formatori1; ed i moltissimi lavori in terra cotta di vetusta maniera ritrovati in suolo etrusco, evidentemente confermano quanto l’arte vi fosse coltivata per tutto. I dubbj per noi promossi altra volta2 circa un racconto di Plinio, che attribuisce l’insegnamento della plastico ad Euchira ed Eugrammo venuti qua da Corinto con Demarato3, han trovato conferma e autorità nel valente autore dell’istoria romana4: son coloro un’allegoria di certa tradizione tarquiniese, più tosto che persone istoriche; e noi stessi toccheremo di ciò più sotto ragionando dei vasi dipinti ritrovati a Tarquinia e nella prossima Vulci. Dalla plastice, madre della statuaria, venne il gittar di bronzo: nella qual arte furono di fatto sì eccellenti gli statuari etruschi, che ne riportarono, per amplificazione di cose, fama d’inventori5. Le cave di rame del paese, e specialmente di Montieri nel volterrano, testè ritrovate, fornivano loro in grande abbondanza il materiale: talchè si comprende bene come il talento degli artefici, anzi che adoperarsi nell’alabastro, nel peperino, nel tufo, o in altre pietre tenere del paese poco atte alla statuaria6, si rivolgesse più animosamente alle
- ↑ Festus v. Ratumena.
- ↑ L’Italia av. il dominio dei Rom. T. ii. p. 161. ed. 1810.
- ↑ Plin. xxxv. 12.
- ↑ Niebuhr. T. i.
- ↑ Has (statuas) primum Thusci in Italia invenisse rereferunt. Cassiod. Var. vii. 15.
- ↑ Le cave di Luni, o sia de’ marmi di Carrara, non furono aperte prima dei tempi di Augusto. Plin. xxxvi. 4.