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16 | CAPO XVIII. |
tagne fanno anche oggidì[1]. E chiunque va passando colà oltre ne’ monti liguri vi vede il villano agile e spedito portare in capo enormi fardelli di gran peso per picciolo salario. Perciò maravigliando i molli greci dicean per dettato; che le donne liguri aveano in se la gagliardia del sesso virile, e questo la forza delle fiere[2].
Tanti naturali incitamenti a vita guerriera renderono i Liguri in qualunque tempo audaci, precipitosi, e quasi che invincibili nell’armi[3]. Già per le prime ostinate oppugnazioni co’ loro vicini ebbero nome di gente più bellicosa dei Tirreni[4]. Valentissimi della guerra alpigiana per la natura del terreno difendevole, vinti e’ si mettevano in difesa tra boscaglie e balzj inaccessibili ad ogni altro: vincitori inondavano come torrente impetuoso le valli, e furiosamente cacciavano il nemico di casa. In questa forma terribili sempre, ma disuniti per mancanza d’un centro di governo, e di stabile concordia, pugnarono essi l’un dopo l’altro quaranta anni contra Roma, già trionfante della Macedonia, della Grecia e dell’Asia: nessun grande sacrifi-
- ↑ La delicatezza greca ebbe per cosa miracolosa, che una donna ligure, cui sopravvennero i dolori del parto trovandosi a salario d’un marsiliese, si scostasse alquanto di là dove lavorava, ed avendo partorito tornasse all’opra. Auct., De Mirab., p. 1158; Posidon. ap. Strab. iii. p. 114; Diodor. iv. 20.
- ↑ Diodor. v. 39; altro proverbio “Gracile ligure vale più che fortissimo gallo.
- ↑ Ligures, durum in armis genus. Liv. xviii. 48.; xxxix. 1.
- ↑ Καὶ γὰρ μαχιμώτεροι Τυῤῥηνῶν ὑπῆρξαν. Strabo v. p. 154