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190 CAPO XXIII.

o il tramontare degli astri; poche altre disgiunte osservazioni dei corsi stellari; e la conoscenza di que’ soli periodi che dovunque è il frutto di lunghe e ordinarie inspezioni del cielo, componevano tutta l’astronomia de’ primi tempi. I Greci stessi, al tempo d’Omero, pochissimo conoscevano l’astronomia: i nomi di alquante stelle ch’essi sapevano unicamente non denotano scienza. Esiodo non sa nulla del zodiaco. Il che solo basterebbe a dimostrare quanto vanamente si ricerchi per taluni la ragione della loro prima mitologia simbolica in un sistema teorico d’astronomia. L’anno accomodato al corso lunare era generalmente noto agl’Itali più antichi: l’usarono gli Ernici, gli Equi, i Latini prischi1: ed i primi Romani l’adottarono coll’ordine medesimo delle stagioni, e co’ nomi stessi de’ mesi per avanti usati nel Lazio2. Tuttavia gli Etruschi, in comunicazione diretta con popoli più civili, ebbero di buon’ora l’anno solare: e vorremmo quasi affermare per cosa certa, che il bell’ordine dell’anno solare colle sue intercalazioni attribuito a Numa, insegnatore sacerdotale, sia stato l’ordine stesso usitato in Etruria. Secondo quel sistema dell’anno, e delle sue proprie divisioni, ciascun mese portava un nome distinto3: idi chiamavano essi, con

  1. Censorin. 20. 22. conf. Fasti Praenestini, cum comm. Foggini.
  2. Varro ap. Censorin. 22.
  3. Nel vocabolario di Papia, grammatico dell’xi secolo; si hanno i nomi di parecchi mesi etruschi, benchè travestiti con