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182 CAPO XXIII.

pratica, crearono per lungo studio la scienza fulgurale, avente tutt’insieme scopo religioso, politico e morale. Tanto direttamente per vigor di quella eglino miravano a tener viva l’idea d’un ente supremo giusto e imparziale discernitore degli atti umani, pronto a sostenere l’innocenza ed a reprimere la colpa mediante un celeste gastigo, da cui i più potenti non avessero mai facoltà di sottrarsi, nè di reclamare1. Quindi la sapienza divinatrice discerneva i pronostici tratti dai fulmini in pubblici e in privati: distingueva e separava in moltissime specie tutte le saette: dava loro nomi tecnici di senso per lo più simbolico, come fulmini regali, consiglieri, d’autorità, di stato: e in ogni cosa l’arte, ora sotto faccia teologica, ora scientifica o fisica, si mostrava mai sempre concorde col costume2. Investigazione delle folgori; interpetrazione; espiazione; formavano tutta la scienza. La prima parte concerneva alla forma; cioè alla natura stessa del fulmine, e allo stadio degli effetti che potean condurre alla fisica e vera cognizione di quello: riguardava la seconda alla divinazione: la terza alla propiziazione, o al pacificamento degli dei. Nè abbisogna d’altro a ben comprederne quale immensa latitudine e qual possanza civile avesse l’arte nelle mani de’ suoi propri maestri, d’ogni tempo moderatori del po-

  1. Senec. Quaest. nat. ii. 42.
  2. Senec. ibid. 33-50: dove coll’autorità di Cecina, scrittore tosco, espone per intero la teologia fulgurale. Conf. Plin. ii. 52.