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11 CAPO XVIII.

tennero del pari alternatamente, per vicende guerriere, la fertile pianura del lucchese con l’adiacenti colline fino alla marina[1]: anzi, come suona la voce, il fiume Serchio, chiamato Auser, che mettea in Arno sotto Pisa, ebbe dapprima nome tosco[2]. Il luco di Feronia, posto alla bocca d’Arno[3], ci mostra quivi coltivata una deità tutelare della riva etrusca o del confine: nell’istesso modo dal suo luco e tempio presso al Soratte[4] vigilava la dea sopra il Tevere, estremo termine dell’Etruria col Lazio. Nemici a’ Liguri marittimi furono in oltre dall’altro lato della Liguria a ponente i Greci di Marsilia venuti colà da Focea dell’Ionia circa l’anno 153 di Roma; poichè mirando essi ad allargare intorno il dominio, ed insieme i loro traffici, si presero in progresso di tempo di qua dal Varo quel tratto di riviera, dove eressero le due colonie di Nizza e Monaco, con altri luoghi tra esse[5]. Nè da quell’ora in poi Liguri e Marsiliesi mai cessarono di vessarsi per mare vicendevolmente con atti d’oltraggio e di ostilità[6], quanto almeno Etruschi

  1. De Ligure captus in ager erat: Etruscorum ante, quam Ligurum fuerat. Liv. xli. 13.
  2. Da Aesar Dio (Sveton. Aug. 97.): alla quale nominazione divina poteva aver dato cagione il mirabil fenomeno delle sue acque. Auct. de Mirab. p. 1158; Strabo v. p. 154; Rutil. i. 563 sqq.
  3. Plin. iii. 5.
  4. Strabo v. p. 156.
  5. Strabo iii. p. 124, iv. p. 140; Plin. iii. 5.
  6. Liv. xl. 18.