latino da valentissimi interpetri1: indi commentati da Cornelio Labeone, savio legista, in quindici volumi2. E pare cosa non dubbiosa, considerato il senso d’alcuni frammenti, che questi dotti ampliassero le loro sposizioni con appropriate sentenze e ragioni tratte massimamente dalle scuole dei Pitagorici. Quanto abbiamo da Cecina3 più distintamente sopra le folgori basta a far comprendere in qual modo per le infinite divisioni e suddivisioni, chiose, interpetrazioni, commenti e nomi tecnici, che posero i glossatori alla legge scritta, ne venne una scienza vasta, che abbracciava la religione, l’etica, e la fisica intera di quella età. Perciocchè molto saviamente gl’istitutori dell’aruspicina avean voluto, che ancorchè immutabile ne’ suoi principj potesse la scienza di mano in mano arricchirsi per nuovi studi, e di sempre nuove osservazioni4. La sapienza divinatrice consisteva in tre parti principali: il presagio per le interiora delle vittime, o per altri segnali; l’interpetrazione dei fulmini; e
- ↑ Tarquinjo, Capitone, Fontejo, L. Apulejo, Vicellio, Nigidio Figulo, Umbricio, Aquila ec. V. Ammian. Marcell. xxv. 2.; Macrob. Sat. ii. 16., iii. 17. init.; Lyd. de Ost. p. 8. 12.; Plinio L. 1. nell’elenco degli scrittori; e le glosse d’Isidoro, viii. 9. in fin.
- ↑ Fulgent. Planc. 4.; Lyd. de Ost. p. 12. Un frammento del commentario di Labeone sopra le folgori si ha nel libro stesso di Gio. Lido p. 164 sqq.
- ↑ Ap. Senec. Quaest. nat. ii.
- ↑ Eam (Haruspicinam) postea crevisse rebus novis cognoscendis, et ad eadem illa principia referendis. Cicer. de Div. ii. 23.