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CAPO XVIII. 7

piuttosto vasta palude, visibilmente formata dall’inondamento di tutti i fiumi, che senza ritegno alcuno correano per la sua superficie, e le diedero naturalmente l’essere, sollevando sempre il piano per continui sedimenti, e respingendo il mare a levante. L’elevazione del suolo di Lombardia dovette formarsi nel medesimo tempo che s’andava distendendo la sua superficie, massimamente allorchè le montagne fornivano maggiore abbondanza di materiali ai fiumi: tanto che, per osservazioni fisico-idrauliche, valenti matematici son d’avviso, che il Po mettesse foce una volta cento e più miglia addentro, verso l’imboccatura del Taro, e di là fino all’isole venete esistesse mare aperto, od una vastissima laguna1. Comunque però questo si fosse in tempi per certo inaccessibili alla storia, l’illustre Muratori2 ha dato pienamente a conoscere con qual facilità ritornino paludosi i luoghi di quella provincia, ovunque cessi la cura degli uomini per la difesa. Le osservazioni geognostiche fatte nel modenese han provato similmente, come quel suolo sospeso sopra d’un profondo adunamento d’acque sotterranee e correnti, si è formato col giro di molti secoli pel successivo rialzamento de’ suoi piani verdeggianti3: lo che può aversi per una conferma certissima delle fisi-

  1. V. Bertazzolo, Del sostegno di Governolo; Trevisano, Della Laguna di Venezia; Silvestri, Paludi Atriane. cf. Cuvier, Disc. sur les revol. de la surf. du Globe § 216.
  2. Rer. Ital. script. T. ii. p. 691. Ant. Ital. diss. 21.
  3. Ramazzini, De fontium Mutin.; Vallisnieri, Opusc. p. 56.