so1: l’arbitro della pace e della guerra: in somma tal dio potentissimo, che ad esso lui la dottrina teologica riferisce ad una ad una le qualità e proprietà degli dei superni. Perciò, canta Ovidio, nè pure la poetica e inventrice Grecia non avea nume che lo potesse in tutto pareggiare2. Nell’istesso modo l’antichissimo Saturno, coltivato principalmente nell’Occidente, come dice Cicerone3, e rappresentato dapprima sotto forma semplice e puramente allegorica colla falce nella destra, qual ponitore della vite e custode d’ogni opra campestre4, si rinviene poscia tramutato ancor esso siccome il dio sufficiente a se medesimo; il principio universale vivificante; il dio grande che diede origine e cominciamento al tempo: e, per dir breve, rassomigliato in tutto al Baal Hamman dei Fenici, o al Crono dei Greci; onde senza più gli furono dati per iscienza di sacerdoti e voce di poeti gli attributi universali di quelli. Nè occorre il dire che a intrecciare sì differenti mitologie, ed a compiere la favola, bisognò anche inventare che Giano e Saturno, entrambi stranieri, fossero qua venuti di lontano, per que’ casi strani
- ↑ Ovid. Fast. i. 177. sqq.
- ↑ Nam tibi par nullum Graecia numen habet. Ovid. Fast. i. 90.
- ↑ Quem vulgo maxime ad Occidentem colunt. Cicer. de nat. Deor. iii. 17. — Saturnus è vocabolo sabino e latino ugualmente (Varro l. l. iv. 10): può essere in tutta Italia da Sator, che i più vecchi pronunziavano Satu o Satur.
- ↑ Arnob. iii. p. 117., vi. p. 197. 209.