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36 CAPO II.

colazione delle cose è causa potentissima a propagarvi l’industria e la coltura, più che nell’interno paese.

Secondo le memorie meno incerte, le nazioni che conseguirono più prestamente i vantaggi della civiltà, poteano quasi dirsi collocate in un circuito del Mediterraneo. Questo mare, il più vasto dei mari interni, le cui acque di sensibil flusso e riflusso non sono agitate che da temporanei venti, favorì la fanciullezza della nautica con la sua superficie placida, la moltitudine delle sue isole, e la vicinanza delle spiagge opposte, allorché l’uomo senza mezzi da correre a mare aperto andava terra terra, tenendosi con una mano appoggiato al lido. Di tutti i paesi posti alle rive del Mediterraneo l’Egitto, la Fenicia, e le coste dell’Asia minore, sono i principali, di cui possa l’istoria dimostrare con certezza gli avanzamenti nella vita politica. Ma l’Italia mirabilmente collocata quasi nel mezzo di quel mare, bella facilita porgeva a’ suoi di comunicare con ogni parte del mondo antico; di recar seco nella patria quanto ritrovavano di utile o di buono appresso le nazioni più incivilite; e di fare anche uguali prove nell’arte marinaresca. Tale appunto si fu il talento di tutti i popoli che abitavano le contrade littorali. E come vedremo al suo luogo più distintamente, gl’intrepidi navigatori italiani furono ancora tra i primi a correre con le loro navi il Mediterraneo orientale al pari de’ Carj abitanti le Cicladi, e dei Fenici. Mediante questi continuati esercizi navali buona parte delle nostre genti praticando di fuori, sì per le parti dell’o-