ne’ vasi trovansi ancora soprannomi poetici delle persone in luogo dei lor nomi propri, e ch’Erifile è designata coi nomi di Calopa (Καλώπα) e Callifora (Καλλιφόρα) sopra due vasi presso il Millingen (Vases grecs, pl. XX e XXI), Argo è appellato Panopide (πάνοψ) sur un altro che fu del Cav. Durand (Bröndsted, a brief Description of thirty-two ancient Greek painted Vases, n. 1, p. 6), Teseo è indicato col nome di Callite, καλλιθες, e col soprannome d’Alcimaco, αλκιμαχος, in uno illustrato dal Welcker (Bollet. dell’istit. Archeol. 1832, p. 150, 151), e così Ercole vedesi qualificato coll’epiteto di Callinico (Καλλίνικος) in Aristide (Orat. in Herc. T. I, pag. 34), in un Inno d’Archiloco (Archil. fragm. 78, ed. Liebel p. 182), in un altro specchio etrusco edito dal nostro autore (tav. L, n. 1), e quest’epiteto in fine è anche messo sul labbro dell’eroe. quale caratteristico equivalente al suo nome, in Euripide (Herc. fur. V, 582). Pare dunque non potersi dubitare che il nome etrusco CAANICE, non rappresenti ne’ suoi elementi la greca parola καλινικος (Καλλίνικος); e poiché questo nome denota nel monumento etrusco l’eroe al quale esclusivamente attribuivasi per epiteto nella antichità