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CAPO XVI. 307

il successo all’epoca troiana, quali seguaci d’Idomeneo scacciato di Creta, cui s’erano uniti Illirici e Locresi1. Se però questi racconti secondarj di mitologi son da lasciarsi giustamente alla favola, si vuol tuttavolta tener conto della credenza antica per la quale si presupponevano approdati in Iapigia alcun numero di Cretesi; ma troppo lungi andrebbe dal vero chi credesse che questi pochi, esuli o raminghi, fossero gli autori di tutto il popolo dei Messapi e Sallentini. Anzi, adduce non poco dubbio, che venuti per mare eglino fondassero qual metropoli primieramente Iria tanto indentro terra, dov’è la moderna Oria, piuttosto che in acconcio luogo sulla marina: quantunque sia vero, che anche per queste piagge si ritrovassero in allora, come al presente2, stagni, maresi, e terreni paludosi; impedimenti che potevano ostare in prima al collocamento. Con tutto questo non si può non riconoscere nella mentovata tradizione un elemento istorico, ancorchè l’epoca di Minosse sia inviluppata in ogni maniera di favole: ma fin da quel tempo i Cretesi erano usati alle navigazioni; frequentavano ne’ mari della Fenicia e dell’Egitto; e non dubbiamente essi diedero l’essere di fuori anche a colonie del loro sangue; benchè queste non abbiano mai formato insieme uno stato distinto, come le colonie greche dei tempi storici. Diciam dunque, che primi possessori di

  1. Varro fragm. ant. rer. human. ap. Prob. ad Virgil. ecl. vi. 31.; Fest. v. Sallentini.; Virgil. iii. 400.; Serv. ad h. I.
  2. La Limina presso d’Otranto, S. Nicola, Landenosa ec.