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300 CAPO XV.

più di loro feroci, posero le principali repubbliche, e Taranto maggiore di tutte, in tali urgentissimi pericoli, che a sua salvezza furono chiamati in Italia da quella l’un dopo l’altro tre monarchi greci colla stessa mala ventura; Archidamo, Alessandro il Molosso, e Cleonimo.

La discendenza dei Lucani e Bruzzi dai popoli italici delle montagne vien confermata coll’uso della lingua osca materna: e se i Bruzzi sono chiamati bilingui perchè usavano anche favella greca, ciò successe soltanto per l’opportunità di conversare e praticare cogli Elleni, dopo specialmente che s’erano fatti signori d’Ipponio, Terina, Temesa ed altre citta di ragione dei Greci. Nè fa specie se le medaglie stesse dei Bruzzi, coniate in questi tempi, mostrano arte e leggenda greca: perchè d’uomini greci si valevano a suo pro i padroni: laddove i miseri Elleni andavano perdendo di giorno in giorno ogni bella usanza natìa, in quella forma che Aristosseno deplora la sorte dei Posidoniati1. Nulla di meno, anche in mezzo a un popolo sì gentile, Lucani e Bruzzi conservarono senza alterazione gli abiti ed il costume de’ forti. Lo sperimentarono i Romani per lunghe e ripetute guerre: a tanto le patrie istituzioni e leggi, corroborate da massime fisicamente e politicamente stabilite, aveano impresso nelle generazioni di que’ prodi un alto e virile carattere, che ben può addur

  1. Aristoxen. ap. Athen. xiv. 7. p. 632.