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LETTORI XXXIII

chette intorno alla origine e al progresso dell’italico incivilimento osserva nella nobile fatica del chiarissimo nostro Autore la serie copiosa de’ monumenti che accuratamente produce ed interpreta, da’ quali meglio che da discussioni più o meno critiche, da interpretazioni filologiche più o meno felici, si può conoscere la condizione degli antichi popoli. Niun dubita che la scienza archeologica non abbia ornai tanto estesi i proprj confini che l’erudito Lettore non può più dilettarsi di laboriose compilazioni, di sistemi fondati sopra basi mal ferme o ruinose, ma chiede fatti, chiede monumenti nazionali che sono l’espressione delle antiche credenze ed idee, rese nel modo il meno sospetto di alterazione o di errore. Operati questi dall’arti che dipendono dal disegno in quasi ogni età del successivo sviluppo de’ popoli antichi, costituiscono gli elementi più curiosi della prisca civiltà, ci manifestano le particolarità più notabili risguardanti le opinioni religiose, gli usi della vita o civile o domestica, le tradizioni dell’età eroica; notizie tutte o imperfettamente accennate, o affatto ommesse dagli storici Greci e Latini. Da questi monumenti in fine si ap-