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CAPO XIV. 277

così veramente i dominatori avean colà intorno i maggiori doni che natura possa fare agli uomini. La stessa città di Vulturno era il capo, e la più doviziosa della lega etrusca meridionale: o piuttosto quella che sosteneva col solo suo nome la dignità e il decoro della confederazione intera: nè venne meno la signoria degli Etruschi se non allora quando i Sanniti per orribile congiura, ordita e apparecchiata con tremendi giuramenti, s’impadronirono di quel comune, facendovi grandissima strage dei cittadini1. Divenuti padroni per tal infame tradimento i congiurati Sanniti, vi fermarono lo stato; e cambiando con perpetuo titolo il nome antico di Vulturno in quel di Capua2, vi diedero principio alla nuova repubblica detta dei Campani3.

Tosto che i Calcidesi dell’Eubea qui venuti dall’Euripo fondarono Cuma, che fino dal suo nascere parve destinata dai cieli a gran ventura4, eglino attesero con accorto disegno a estendere intorno non meno il dominio, che i mezzi di futuri accresci-

  1. Liv. iv. 37. x. 38.
  2. : Il simulacro a due facce sculto nelle sue medaglie, può essere qui simbolo di due popoli coabitanti entro le stesse mura, e parte d’una stessa cittadinanza. Vedi i monum. dell’Italia ec. tav. lix. 14.; cf. Serv. xii. 198.
  3. Ἐν Ἰταλίᾳ Καμπανῶν ἔθνος συνέςη. Diodor. xii. 51. Ol. lxxv. 3: e con le medesime parole l’autore anonimo delle Olimpiadi, Eusebio, e Sincello Chronogr. p. 248. Secondo la cronologia di Livio dovrebbe collocarsi il fatto tra il 333 e 336 di Roma.
  4. Strabo v. p. 170.