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CAPO XII. 249

lina isolata distante due miglia dal lago, e atteso la forte situazione passava per una rocca inespugnabile dei Marsi1, nella cui confederazione si numeravano anche le comunità degli Ansantini, Antinati e Lucensi2. Non può dirsi dove fossero Plistia, Fresilia, e Milonia, ancorchè più volte nominate da Livio3: sorte comune a moltissime terre disfatte con pari iniquità dalla ferocia romana. Ma non già i poderosi Marsi con i loro socj Vestini, Marrucini e Peligni4, cederono senza grandi contrasti alla fortuna di Roma. Il loro valore in guerra, specialmente come spediti e possenti sagittarj era sì manifesto a tutti, che ne venne in proverbio non potersi trionfare dei Marsi, nè senza i Marsi5. E quelle prove di fortezza che dovemmo noi stessi encomiare altra volta narrando i casi della guerra marsica o sociale6 fan di più palese, che mai non intiepidì ne’ loro animi, come

  1. I vestigi delle mura d’Alba, costruzione di pezzi poligoni, hanno di circuito un miglio e mezzo incirca. Vi si veggono soltanto pochi tugurj abitati al più da 200 pecorai: in tale stato è ridotta oggidì una città dove nel 450 fu condotta una colonia di 6000 uomini.
  2. Plin. iii. 12. Benchè il testo porti Atinates si debbe leggere Antinates più lapidi fanno menzione d’Antino ne’ Marsi, oggi chiamata dagli Abruzzesi Civita d’Antina. I Lucinesi sussistono tuttora in Luco, 8 miglia distante da Alba.
  3. x. 3. et al.
  4. Genus acre virum Marsos. Virgil. Georg. 11, 167.; Fortissimorum virorum Marsorum et Pelignorum. Cicer. in Vatin. 15.
  5. Appian. Civil. 1. p. 636. ed. Toll.
  6. Italia av. il dominio dei Rom. T. iv. e. 18.