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248 CAPO XII.

Sulmona1. Super Equum2, altra città de’ Peligni, non sappiamo se fosse ne’ monti o nel piano: però il suo nome osco, certo segnale dell’origine e della lingua, si ritrova omonimo in quel di Equus tuticus nel Sannio. Tutti questi popoli compresovi i Marsi, sì gagliardamente difesi dalle fortezze de’ luoghi alpini, abitavano secondo il costume de’ padri per casali e villaggi3: città murate ebbevi le sole capitali centro della forza: e per là entro i suoi monti s’adoperava ciascuno pien di vigoria o nella pastorizia, od in altre industrie rurali. I pastori vestini manipolavano cacio lodatissimo4; raccoglievano i Peligni ottima cera5; nelle terre loro arenose e solute sementavano in oltre lino di molto pregio6. Ed eransi queste parte delle cose che solean dessi marcare e cambiare nel porto comune d’Aterno.

I Marsi bensì sovrastavano a’ loro socj tanto per maggioranza di popolo, quanto per ampiezza di territorio. Stavan essi come nel centro intorno allo spazioso e limpido lago Fucino, o di Celano, che ha trentasei miglia di circuito e in sulla cui sponda orientale sono ancor visibili le vestigia di Marruvio, capo dell’intera nazione marsica7. Alba siede sulla vetta d’una col-

  1. Plin. xvii. 26; Ovid. Trist. 9.
  2. Frontin. de limit. Superequanos chiama Plinio il popolo.
  3. Κωμηδὸν ζῶσιν. Strabo v. p. 167; Fest. v. vici
  4. Cascus vestinus. Plin. i. 42.; Martial. xiv. ep. 31
  5. Plin. xi. 14
  6. Plin. xix. 1.
  7. Marruuiu? Strabo v. p. 166.; Plin. xii. 3.