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CAPO XII. 247

termini. L’Aterno, il qual bagna le rovine d’Amiterno, e ingrossato di molte acque si getta in mare per letto largo e profondo col nome di Pescara, poneva da questo lato il fine tra i Vestini e Marrucini, che avean Tiati per città capitale della unione1. Aterno terra marina posta in sulla ripa de’ Marrucini, dov’è Pescara, serviva di comun navale e di luogo di mercato ai Marrucini stessi, ed ai Vestini e Peligni2, che quantunque maggiori d’ambedue non avean lido. Ma, più internati nel centrale Appennino, la società loro si componeva delle popolazioni situate intorno monte Majella, e divise dal Sannio per mezzo del fiume Sangro, che con lungo e rapido corso mette foce in mare nel paese già dei Frentani. La provincia peligna si trova così naturalmente divisa in tre distinte regioni: una formata da capace valle con la pianura adiacente, che oggi si chiama di cinque miglia, dove appresso giaceva la patria d’Ovidio, e Corfinio metropoli de’ Peligni: le altre due esposte a tutto il rigore d’un gelido clima3, e soltanto acconce a buoni pascoli, vi raccoglievano nella state le greggi appule4. Benchè non mancassero quivi nè pure colti campi, ovunque l’irrigazione era bastevole a fecondarli. Così la vite cresceva ancora presso la frigida acquosa ed umida

  1. Chieti. Strabo v. p.167.; Plin. iii. 12.
  2. Strabo l. c.
  3. Peligna frigora: Marsae nives et frigorii: erano modi proverbiali. Oggi si dice: freddo d’Abruzzo.
  4. Varro r. r. ii. 1.