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CAPO XI.


Equi, Ernici, Volsci ed Aurunci.


Appresso alla Sabina e al Lazio antico dimoravano gli Equi: alquanto più addentro gli Ernici: sotto di loro i Volsci dalle vette appennine sino alla marina: indi, tra i Volsci e la Campania, in piccolo distretto stavano da per se gli Aurunci. Tutti questi popoli, benchè dalla politica romana giuridicamente compresi nel Lazio, non furono tuttavia da prima Latini1; ma indubitabilmente congiunti fra di loro, e parlanti una stessa lingua, discendevano insieme dalla paterna razza degli Osci, i cui fieri e nativi costumi si rinvengono vivi e veri nella loro posterità robusta. Così gli Equi e gli Ernici prodi sì, ma di rozza natura, non avean che vantare se non forza e coraggio. E tanta fu la loro inalterabile costanza nella difesa che, quantunque di poco stato, ben si meritarono il titolo immortale di grandi e feroci2. Addestrati in fanciullezza nell’arti di cacciare e saettare non fa maraviglia, che naturati in loro i duri abili di vita campestre e guerriera, dessi andassero sempre armati, o fosser cupidi di preda, come li ritrasse l’epico latino3. Nè altri costumi

  1. Strabo v. p. 158.; Plin. iii. 5.
  2. Aequorum magnam gentem et ferocem. Cicer. de rep. ii. 10.
  3. Horrida præcipue cui gens, assuetaque multo
    Venatu nemorum, duris Aequicula glebis.