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194 CAPO IX.

hanno niente nella costruzione loro che sopravanzi la più usuale meccanica, ne l’ordinarie forze di gagliardi e pazienti montanari, quali erano i Sabini stessi, gli Ernici, gli Equi, i Volsci ed i Sanniti, che senza disagevolezza nessuna prendevano il materiale nei monti loro sassosi, dove quasi unicamente si vede usata tra noi questa, così detta alla moda d’oggidì, maniera ciclopica di fabbricare.

Ma la moda è sovente il contrario del ragionevole. E già nella mia prima opera1 addussi forti motivi a dubitare della remotissima antichità, che vuol darsi, per vaghezza di sistema, a sì fatta costruzione di mura, la qual non è altro che l’unione di massi irregolari di varia mole, e di dura pietra, quali si traevano dalle prossime montagne, accostati e sovrapposti gli uni agli altti con più o meno d’artificio, secondo che portava o la forma naturale dei macigni, o la qualità del lavoro, o la maestria degli edificatori. Ebbi della mia opinione valenti sostenitori e seguaci2. Tanto che ritornando per la presente opportunità, non mai per contrariare altrui, sopra questo argomento, debbo pure soggiungere il fatto incontrastabile, che in sì molto numero d’italiche costruzioni di muraglie s’osservano variatissime strutture, e quei metodi stessi di edificare, che meglio s’addicevano o all’età rozza,

  1. L’Italia avanti il dominio dei Romani. T. i. p. 181. T. ii. p. 152. e le spiegazioni annesse ai monumenti, ed. 1810.
  2. Nominatamente Sickler, Malte-Brun, F. Muller, Schneider, ed altri non pochi.