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CAPO VIII. 185

fissarono il genio e gli abiti d’un popolo nato alla vita rustica. Perchè in quella prima rozzezza dimorando nelle alte selve e ne’ monti tra li semplici armenti, vissero in ogni tempo nello stato di pastori e di coltivatori, nè mai diedero opera alle navigazioni ed ai commerci oltramarini, che sì efficacemente e speditamente apron le vie alla civiltà più compita delle nazioni. I costumi degli antichissimi Osci eran dunque quali potean confarsi a intrattabili montanari. Spediti, repentini e gagliardi, guerreggiavano feroci in battaglia sparsa per le loro balze e dirupi, lanciando, contro a’ nemici, forti aste, dardi, ghiande di piombo ed ogni altra qualità di saettume; armi consuete de’ fanti leggieri franchi tiratori di mano: taluni portavano anche a difesa del capo coperture di bucce di sughero, o di pelli di fiere1. Non ostante ciò in veder che le leggi sacre, statuite per vigor della prima instituzione, serbavano il nome italico di Osche2, si può aver per fermo, che l’intera generazione degli Osci fosse stata fino da remotissimi tempi governata per ordini e modi sacerdotali. E lo persuade più maggiormente il nazional costume delle sacre primavere, in virtù delle quali soltanto ebbero cominciamento civile i popoli del loro propio sangue, intitolati del nome di Sabelli. Dal radicato domma teocratico derivò certamente quella gran forza di religione, che predominava

  1. Virgil. vii. 688. 742.
  2. Cloatius ap. Fest. v. Oscum.