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CAPO VIII.


Ausoni, Opici, Osci: scorrerie degl'Illirj.


Niun fatto manifesta più certamente la grande antichità e insieme la copiosa propagazione d’una primitiva razza italica, quanto l’esistenza di taluni popoli di questa terra o mal conosciuti nelle storie, o cancellati affatto dal numero delle nazioni. Tal è senza dubbio quella generazione d’uomini paesani robustissimi, che prima dell’epoca da cui han principio le memorie istoriche italiane tenne già in suo dominio quasi la metà della penisola, e dal cui tronco derivarono parecchie altre popolazioni forti e nominate. Gli scrittori greci e romani fecero poca attenzione a questa gente, la quale apparteneva ad un ordine di cose e di tempi assai più remoti di quel che somma l’usata cronologia, e ch’essi stessi non conobbero se non per tradizione in istato di decadenza, o piuttosto di annichilamento. Non ostante ciò, se ben ragguardiamo addentro, ancor poche ricordanze delle sue fortune sono sufficienti a darne contezza delle più principali vicende di quel gran popolo, che sotto il differenziato nome di Ausoni, Aurunci, Opici ed Osci, comprende insieme una sola identica stirpe, tanto abbondante di numero, quanto travagliata per frequenti mutazioni di sorte. La nominazione generica di Ausoni, tutta greca, fu posta per avventura da navigatori dell’Ellade, che pigliaron terra alle parti più