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152 CAPO VII.

che davano permanente ed utile lavoro agli uomini di mare, o mercenari o servi che si fossero. Pisa in allora situata al confluente dell’Arno e del Serchio, che riuniti in un alveo solo portavano le navi al placido seno pisano, oggidì mutato in fruttiferi campi, era di già operosa molto, qual si mostrò anche appresso, nell’arti navali. Pure si tien per dubbioso se quella città famosa, edificata in suolo etrusco, sia di origine tosca. Le tradizioni divolgate intorno la fondazione di quella sono incertissime. Quei Teutoni, che secondo un racconto risedevano in Pisa, non si potrebbe dire chi fossero1: più tosto il nome stesso della città, nella sua forma primitiva, può aver suggerito ai Greci non tanto il supposto della sua provenienza dall’altra Pisa dell’Elide, quanto le favoleggiate leggende dei Pilii, che ivi andarono erranti con Nestore, e dei Focesi con Epeo2. Licofrone, che seguiva la favola lidia, fa conquistare Pisa dai Tirreni avventizj sopra gli occupanti Liguri3. Al tempo di Catone correva già questa medesima incertezza circa i veri fondatori della città: onde, con raro buon senso, quel grande indagatore delle nostre origini se ne mostrava ignorante, nè poteva dire egli stesso chi tenne Pisa innanzi gli Etruschi4. Il volerla tuttavia

  1. Serv. x. 179.
  2. Strab. v. p. 154.; Plin. iii. 5.; Justin. xi. i.
  3. Lycophr. 1356 sqq.
  4. Serv. x. 179.