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150 | CAPO VII. |
sinio, Volterra, Vetulonia, Vejo, Fescennia, Fiesole, Felsina, Volturno, Volci, Volcenti1. Nè vuolsi passare sotto silenzio, che Voltumna è altresì il nome d’una dea principalissima, e conservatrice della lega etrusca, nel cui tempio si faceva dai principi del governo il consiglio comune delle città confederate. Per tutti questi luoghi, prima ancora della dominazione romana, strade selciate conducevano da una città all’altra: com’è quella, tutto dì visibile che da Cere portava a Vejo, e di quivi a Capena: nè pochi sono gli altri vestigi e segnali di vie pubbliche indubitabilmente vetuste. Differenti cale, foci di fiumi, ed altre stazioni marittime notate negli itinerarj, servivano di comodo riparo ai naviganti per la costa occidentale del Tirreno tra il Tevere e l’Arno: però Luni, alla bocca della Magra, città validamente murata di bianchi marmi2, era sovr’ogni altra degna d’attestare
- ↑ Di più oltre il Tevere abbiamo i Velienses compresi tra i Prisci Latini (Plin. iii. 9): e Velia era stato altresì l’appellativo primo d’uno dei sette colli di Roma: indi Velitrae ne’ Volsci; Vulci in Lucania ec.
- ↑ Candentia moenia. Rutil. ii. 63: il cui materiale doveva essere tolto dalle vicine cave di Carrara. In sul cadere della repubblica romana era Luni già molto spopolata: desertae moenia Lunae (Lucan. i. 586); ma l’ultima sua distruzione, e quella ancora di Populonia, si debbe alle incursioni marittime dei Saracini, an. 826. 828.
Volaterrae: felsinii Volsinii: felthurnu Vulturnum ec. Così da fel, tema nazionale il più trito, si formano prenomi, e quindi moltissimi gentilizj; come Velcia, Velicia, Velecia, Velonia, Velania, Veletia, Velosia, Velturia o Volturia ec.