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140 CAPO VII.

distribuendo la moltitudine degli Attici in dodici comuni1. Ugual numero di città fondarono gli Eoli e gl’Ionj nel continente asiatico2. E senza uscire dell’Italia i Sallentini, che s’avean per Cretesi, stavano parimente congregati in tre genti e dodici città3. Nè senza mistero di sapienza si rinvengono certi numeri fissi nelle politiche istituzioni dell’antichità: ciò poteva bene riferirsi in Etruria all’anno solare di dodici mesi, introdottovi nell’uso civile così come in Egitto. Non possiam dire con certezza quali si fossero le dodici città che Livio chiama popoli principali e capi della nazione4. Ma par non si possa dubitare che questa maggioranza s’appartenga specialmente a Chiusi, Cortona, Arezzo e Perugia5, edificate in un medesimo interno cantone dell’Etruria orientale, ed a Volterra, Vetulonia, Roselle, Tarquinia, Cere, Volsinio e Vejo. Il selvoso e quasi che orrido monte Ciminio formato di tre sommi gioghi, o sia de’ monti di Soriano, di Viterbo e di Fogliano, e fortezza del paese dove giace la moderna Toscana, divideva naturalmente l’Etruria in settentrionale e meridionale: talchè la prima più difesa, e più discosta da Roma, fu anche l’ultima a cedere alle sue fortune. Volter-

  1. Strabo ix. p. 274.
  2. Herodot. i. 145. 149.
  3. Varro fragm. x. iii. antiq. rer. hum. p. 205. ed. Bip.
  4. Quot capita originis erant. Liv. v. 33.
  5. Peruse o Perusei, nella gran lapide perugina del museo Oddi.