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134 CAPO VII.

vuolsi allegare un solo fatto grande narrato nelle storie, ragguardandolo soprattutto allo stato conturbato dell’Egitto all’epoca remotissima dell’invasione e della lunga signoria dei ferocissimi Hikschos, tribù di pastori arabi o fenici1: tirannide sì dura per ogni maniera d’infelicità e di mali, che diè impulso e cagioni a successive migrazioni di primarie famiglie, sì dal superiore, come dall’inferiore Egitto. Dove sprezzati i numi, chiusi i tempj, o lasciativi senza uficiatura e senza legittimo sacerdozio tutto era ingiuriosa violenza. Buona parte di primati, e nominatamente generazioni dell’ordine sacerdotale2, o di quel de’ militi, passarono nella Babilonia: Cecrope Saite nell’Attica: e, per tacer di Cadmo e d’Eritteo, Danao partitosi dalla Tebaide approdò co’ suoi nell’Argolide, recandovi a un modo i salutari doni d’una vita più civile. D’altri uomini potenti, e di colonie egizie, che dalla opportunità aiutate o sospinte trapassarono similmente in altre regioni straniere, sia in quel torno di tempo, sia ne’ secoli susseguenti all’uscita de’ Pastori, ne facevano piena menzione gli annali stessi dell’Egitto3. Ma in riguardo alla positura geografica, ed alla sua prossimità, era l’Italia nell’occidente una delle terre più facili ad afferrare navigando dall’Egitto; e qualvolta potessimo addurre per testimonianza delle cose

  1. An. 2052-1822 avanti l’era volgare: giusta la cronologia dell’Usserio.
  2. Αἰγυπτίοις ἱερεῖς, Diodor. I. 28.
  3. Diodor. i. 28.