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e colle sussidiarie acquisizioni divenne pura, regolare e pulita fino a spogliarsi dei dittonghi e racchiudere una pieghevolezza adattata non solamente alle opere di estetica ma anche a quelle della più sublime filosofia.

Lungo sarebbe il volere partitamente seguire il nostro filosofo nelle sottili e astruse sue indagini intorno ai segni che accusano derivazioni atlantiche, pelasgiche e siriache, da lui ravvisati nel recondito significato de’ nomi di luoghi, che, a sua detta, con quelli de’ luoghi d’Affrica e d’Asia coincidono; ne’ varj passi di antichi scrittori greci e latini onde que’ nomi ci vengono; nelle pratiche italiche religiose e civili che con quelle delle indicate regioni si assomigliano; nelle indicazioni territoriali ed etniche italiane, siriache e numidiche, per le quali fidatamente conclude che o questi nomi, queste pratiche, questi riti sono passati da noi alla Siria ed alla Numidia, o da quelle vetuste rinomate regioni a noi. Il primo modo non è ammissibile, perocchè consta dalla storia che prima de’ tardissimi Romani non furono dall’Italia spedite genti in que’ luoghi: dunque è forza ammettere il secondo. Laonde libiche, pelasgiche e siriache furono le ori-