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128 CAPO VII.

denza la forma d’una ben ordinata confederazione, che quantunque il vincolo della lega etrusca, corroborato da osservanze religiose, fosse stato in principio bastantemente efficace a raccorre sotto il formidabil vessillo della unione, ed a volgere a uno scopo compagnie di valorosi, non per questo, come mostra l’istoria più certa dei secoli susseguenti, si trovò al bisogno forte abbastanza a tener concordi in una sola volontà, e uniti i confederati, fattisi più confidenti nella loro apparente fortuna che nella società comune. Bastò tuttavolta la fede giurata al patto federale ad impedire civili guerre tra le città collegate. La qual ventura, se non sovvenne in universale al popolo per la difesa, fu di grandissimo momento per la quiete interna.

Trovavasi adunque signoreggiata Italia dagli Etruschi con istabile maggioranza innanzi l’imperio di Roma1. Ma l’ingrandimento loro, frutto di travagli, di fortezza e d’armi, fu anche l’opra di non pochi secoli di prudenza e di consiglio. Bene la fanteria era il nervo dei loro eserciti, ugualmente ordinati per istudio di milizia sì alle oppugnazioni, che alle difese; e sicuramente, più che altro, la virtù e forza militare dell’Etruria domò il men disciplinato valore di tanti suoi competitori feroci: nel qual continuo eser-

  1. Liv. v. 33. Thuscorum ante Romanum imperium late terra marique opes patuere. Cato ap. Serv. xi. 567. In Thuscorum jure pene omnis Italia fuerat. Idem ad Georg. ii. 563. Nam constat, Thuscos usque ad mare Siculum omnia possedisse.