Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. I.djvu/175


CAPO VII. 115

sta l’esistenza di popolo civile, che v’avea recato di fuori sue proprie religioni, scrittura ed arti. Qui torna bene soprattutto il raziocinio dei vetusti monumenti figurati degli Etruschi, e de’ simboli loro più evidenti, nessun de’ quali si confà alla natura, all’ingegno ed ai miti di popolo settentrionale1. Tanto che se verissimo è il total racconto di Livio, autenticato per molti fatti da se provanti, resterà sempre fermo, che l’Etruria centrale fu prima e stabil sede della nazione dei Toschi.

Ma il robusto vigore di popolo unito cresciuto all’armi, e fortunato nelle imprese, non poteva, per continuo successo di prosperità, non prorompere con empito in altre offensioni contro a’ suoi men gagliardi vicini alle frontiere di mezzogiorno. Quindi è che dopo i primi acquisti fatti dell’altrui, si rinviene seguitamente nella lega etrusca una forza conquistatrice, e progressivamente in moto verso l’Italia inferiore. I Casci o prischi Latini, più prossimi di territorio, nè forse per ancora ben collegatisi in corpo di nazione, patirono i primi le violenze degli Etruschi sotto l’armi2. Guerreggiarono infra loro coll’usata acerbità dei vicini confinanti, nè forse tutto è favola, che i Latini pagassero una volta tributo agli Etruschi3.

  1. Vedi i monumenti tav. xvii. sqq.
  2. Sane notum est bello multum potuisse Tyrrhenos, et fuisse præcipue infestos Latinis. Serv. vii. 426.
  3. Plutarch. Quæst. rom. 18. La forza personificata in Ercole, gli liberò, dice la tradizione.