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CAPO VII. 109

il Po e le paludi intorno opposero dalla banda dei Veneti un argine fermo all’invasione etrusca: fra gli Appennini e il Po par che non oltrepassasse la Trebbia1, poichè i Liguri stanziati di presso nel suo natal sito per le alture di quei monti, che comprendono il sommo giogo di Gottro, vi si mantennero sicuri; ma, come niun altro gran riparo naturale sì frapponeva al progresso degl’invasori alla sinistra del Po, quivi oltre occuparono tutti i luoghi in tra questo fiume e le Alpi2. Nella maggior parie della pianura insino al Ticino, dove s’estese la conquista, abitavano popoli di stirpe ligure, prodi sì, ma incolti, che cederono l’un dopo l’altro, nulla men che gli Umbri, al valore unito degli Etruschi. Signori per tal modo di sì spazioso e ubertoso paese, che porge da per tutto un grasso fondo di pienissimi pascoli, e padroni della navigazione del gran fiume che porta con facile accesso al mare, saggiamente s’adoperarono i conquistatori non tanto a bonificare l’acquistato territorio, quanto a por quivi la sede d’uno stato possente. Adunque mandandovi tante colonie, quanti erano i popoli confederati, e capi di quella nazione, vi formarono una nuova Etruria3, che riceveva l’es-

  1. Modena e Parma si trovano: in agro qui ante Tuscorum fuerat. Liv. xxxix. 55.
  2. Transpadani omnia loca, excepto Venetorum angulo, qui sinum circumcolunt maris, usque ad Alpes tenuere. Liv. v. 33.
  3. Etruria nova. Serv. x. 220.