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CAPO VII. 101

dagli stranieri, sì come l’altra, che spacciava volgarmente la discendenza lidia del popolo. I paesani chiamavano originalmente se stessi Ra-seni1. All’opposto i Greci antichi gli appellavano Tirseni o Tirreni; dove che i Romani più generalmente nominarono la nostra gente Tusci, o altrimenti Etrusci: cognome che il popolo prendeva già di consuetudine sotto la dominazione romana, tanto che si ritrova usato coll’istessa forma italica nelle tavole eugubine2. Il tipo fisico, o la fazione delle teste che più caratterizza la razza italiana di costoro, e che la forza delle rivoluzioni politiche, nè l’azione medesima della civiltà, non han fatto mai perire fra noi, si scorge evidentemente in moltissimi ritratti maschili e femminili, effigiati in monumenti sepolcrali dell’età vetusta3. Son queste le vere e non alterate fattezze de’ padri nostri. Che dessi sieno stati antichissimo e illustre popolo, lo abbiamo per mille testimonianze. Cantava già Esiodo de’ forti Tirreni4; e il mito stesso di Latino, apparentemente italico, fa conoscere, ch’egli intese a poetare dei nostri antichi, anzichè dei Pelasghi. Altri miti celebravano i Tirreni come famosi e prodi al tempo del Bacco tebano5, d’Ercole6,

  1. Dionys. I. 30.
  2. Turscum; Tuscorum più volte.
  3. Vedi i monumenti tav. xiv. xv. xvi.
  4. Theogon. 1015.
  5. Aristid. Orat. in Bacch.; Lucian. De Saltat. 22.
  6. Ptolom. Hephestion. ap. Phot. p. 250.