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90 CAPO VI.

i poeti, faceva di questa con le parole d’Ellanico, la sede principale dei Pelasghi Tessali nella Tirrenia1.

Se però il racconto di Ferecide vuol aversi in tutto per favoloso, non può non riconoscersi in quello di Ellanico un qualche fondamento istorico. Che genti stranie sieno passate anticamente in Italia dall’altra riva dell’Adriatico, e nominatamente Liburni e Illirici, è un fatto certo. Che questi venissero in Europa per torme innumerabili da più lontani paesi, avanzandosi d’oriente in occidente, si può accertare ugualmente. Emigrazioni di tanta forza, e di sì gran numero d’uomini, comechè appena accennate nelle storie, doverono generare per fermo straordinari movimenti e rivoluzioni di popoli, se non ancora dar cagione al transito di coloro, che scacciati o respinti dai nuovi occupanti delle regioni più prossime all’Epiro, passarono di colà alla ventura nel lido italico del mare superiore. Gli stessi che i Greci nominarono Pelasghi tessali o epiroti, trasportati, come dicevasi, per fortuna di vento a Spina; e in sulle tracce de’ quali gl’Illirici, traversando il golfo, si condussero più di sotto alle marine inferiori dell’Italia, di dove, con la tumultuaria mossa degli Umbri, seguitarono quelle grandi mutazioni di popoli, che commossero insieme tutto l’interno della penisola da un lato all’altro2.


  1. Dionys. I. 28.
  2. Vedi p. 75 e appresso cap. viii.