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CAPO VI.
 


Narrava Ferecide, che molti Arcadi condotti da Enoteo e da Peucezio, ambedue figli di Licaone, presero terra con loro navilio nella bassa Italia, là intorno al golfo Ionio, diciassette generazioni prima de’ tempi troiani1. Qui stanziatisi vi diedero l’essere e il nome agli Enotri, e ad altri popoli circostanti; perlochè, secondo quel racconto, tutto appoggiato alla storia favolosa de’ Licaonidi, sarebbero dessi i primi originarj Pelasghi, che occupavano sotto nomi diversi buona parte dell’Italia meridionale. Ma nè costoro, inabili al navigare, poterono colà trasferirsi per mare2, nè l’Arcadia, regione sì piccola nel centro del Peloponneso, tutta montuosa, agreste, ed in particolar modo usata alla vita pastorale, abbondava di tanti abitatori da poter mandare di fuori sì numerose colonie, senza mai spopolare se stessa: massimamente ad una età, in cui nella Grecia intera, piena di violenze e di ladroneggi, viveva ciascuno per natura vita salvatica e fiera3. Dimostreremo appresso con ragionevoli argomenti che gli Enotri, i Conj e gl’Itali, occupanti una stessa terra, anzichè di stirpe arcadica o pelasga, s’appartenevano insieme al tronco originario degli Opici: talchè in somma tutto questo fatto de’ Licaonidi, comunque accomodato in altre leggende gre-

  1. Dionys. I. 13.
  2. ἐπεὶ οὔ θαλάσσια ἔργα μεμήλει: dice degli Arcadi Omero. Iliad. II. 121.
  3. Thucyd. I. 2. Cf. Ocell. Lucan. 3.