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CAPO V. 81

Or questa certissima influenza degli Etruschi sì nell’idioma, come ne’ costumi civili degli Umbri, fu sicuramente molto grande per frequentazione, e per comunione di cose, fin dalla prima giurata amistà di ambedue le genti. La legge sacra, sempre in vigore tra gli Umbri, e la fama de’ loro áuguri, divinatori accorti per movimenti e voci d’uccelli1, non lascian dubitare che la più antica istituzione civile del popolo, non sia stata al pari di tutti gli altri sacerdotale. Castella, terre e villaggi, portavano per lo più il titolo di qualche deità ivi coltivata2. E con tutta probabilità i Camerti-Umbri presero il nome loro da Camars dell’Etruria, o da Chiusi; come la terra di Aharna sopra il fiume3 dal patrio nome dell’Arno. L’usanza di vivere in luoghi murati, alla maniera degli Etruschi, si vede introdotta nelle città più principali dell’Umbria4, le quali di mano in mano presero con l’arti ed i costumi cittadineschi, anche le voluttà tirrene5. Possessori d’un paese dotato di tanta benignità naturale, che nessun altro quasi l’avanza, goderono certamente gli Umbri, o forse ancor s’abusarono di comodi, d’agiatezze e di beni. Ma, non

  1. Cicer. de Div. i. 41
  2. Come Ikuvini: quasi Vicu Iuvin, o Vicus Iovius: altri esempi ne porgono le tavole eugubine.
  3. Liv. x. 25. (Adharnaham): oggi detta Civitella d’Arno. Harna il fiume.
  4. Vedi per confronto le mura di Todi, tav. xiii.
  5. Theopomp. ap. Athen. xii. 6.; Scymn. 366