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CAPO V | 79 |
Po, pigliando per limiti naturali dalla parte d’occidente e mezzogiorno il corso del Tevere e della Nera.
In questo medesimo spazio ritrovansi gli Umbri, libera e franca nazione, nell’età meno antica. Benché sembri vero che o per ragione della conquista, o per accordi, serbassero gran tempo gli Etrusci sopra tutto l’universale degli Umbri un alto e non conteso dominio. L’Umbria fu certamente considerata per lunga età come dipendente, se non affatto unita all’Etruria1, confinante sempre, spesso alleata in guerra. E quando dice Livio2, che l’imperio tosco abbracciava tra i due mari la larghezza intera dell’Italia, viene a comprendervi implicitamente anche il paese umbro. Per lunga pace in fatti non solo cessarono infra i due popoli le antiche discordie, ma spente l’ire furono appresso quasi sempre confederati e partecipi nelle stesse imprese3: anzi per un luogo di Plinio si fa manifesto che gli Umbri ebbero parte, non tanto al conquisto, quanto alla signoria degli Etruschi nella Campania4. Dove Acerra e Nucera avevano due città omonime nell’Umbria5. Ed al principio del terzo
- ↑ Umbria vero pars Tusciæ. Serv. xii. 753: notizia, come pare di Catone. Di più i geografi solevano chiamare etrusche o tirrene le città degli Umbri. Steph. Byz. in Tuder et al. v.
- ↑ v. 34.
- ↑ Strabo v. p. 149.
- ↑ Hoc quoque certamen humanæ voluptatis tenuere .... Umbri, Tusci. Plin. iii. 5.
- ↑ Avvedutamente Strabone lo nota in Acerra v. p. 170.