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CAPO V. 77

vile usanza introdotta ugualmente dagli Etruschi, e che basterebbe sola a confermare quanto si fosse vetusta l’instituzione politica della gente.  La guerriera Todi presso al Tevere1; Gubbio2 e Nocera appiè dell’Appennino; Nequino in sulla Nera3 fortissima di sito; Mevania ricinta di belle mura; Interamna, Sarsina, Sentino, ed altre molte; sono del pari tanti monumenti della forza e dello stato civile cui s’avanzarono successivamente gli Umbri per continovati progressi di cittadinanza. Ma quando per l’innanzi correan secoli fortemente agitati dalle passioni di popoli ancor semibarbari, e non mai ben fermi, forza e ambizion di preminenza davano a’ più potenti l’una il desiderio, l’altra l’ardire d’opprimere i men forti. In fatti gli Umbri, nemici cotidiani de’ Sabini, gli posero alle volte in gravissime angustie4. Altre violenze porgevano ugual cagione ad altre tribù di spessi turbamenti e movimenti varj della fortuna. Laonde non sì tosto gli Umbri stessi, inondato gran spazio dell’Italia centrale, s’avanzarono vittoriosi fin presso all’Arno, e vi si posero a dimora; qui trovarono per

  1. Tutere: nelle medaglie Et Gradivicolam celso de colle Tudertem. Sil. iv. 222. ἐυρκὴς πόλις Strabo, v. p. 127: giusta l’emendamento di Du Theil; versione franc. t. ii. p. 178
  2. Ikuvini nelle medaglie
  3. Nar: così detto per le sue acque sulfuree con vocabolo dei Sabini, tra i quali nasceva. Serv. vii. 517.
  4. Strabo v. p. 172.