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mente. Una rupe, facendo di contrafforte alle montagne sulla sinistra, ove noi camminavamo, si spinge fin quasi a toccare quelle sulla destra, in guisa che il torrente è stretto in una forra d’onde sbuca ch’è tutto una spuma. Fa d’uopo girare attorno a quella prima rupe, quindi ad altre, finchè ci si apre allo sguardo un capace bacino, quasi in forma d’imbuto, circondato da rupi inaccesse, da vette biancheggianti di neve, d’onde discendono i ghiacciai a imponenti frastagli, che fan corona al bacino, versandovi ciascuno un torrente. Nessuno di essi però arriva fino al fondo; nemmeno il principale, il primo che s’incontra sulla sinistra. Esso però scende si basso, e ci si attraversa sulla via di tal guisa, che è necessario o slanciarsi d’un salto oltre il torrente che ne sbocca, rigonfio dal più bel sole del pomeriggio, o attraversare lo stesso ghiacciajo, che offre una pendenza bastante per incutere qualche timore. I più destri slanciarono il salto, e furon di là; altri, ed io tra questi, attraversarono il ghiacciajo. Scavalcando in seguito un certo numero di incomposte morene, ci portammo sulla destra della valle affatto sgombra di ghiaccio, dove comincia l’aspra salita che doveva condurci alla vetta la quale ci stava già di fronte. Si camminava assai a disagio e sempre sopra cumuli incoerenti di macerie, quasi sopra un piccolo caos di massi d’ogni dimensione e d’ogni forma che al mio occhio rappresentava il sistema delle morene invernali».

8. Quì naturalmente i miei uditori vollero sapere che cosa fossero le morene invernali. «I ghiacciai sono soggetti a sensibili oscillazioni; ora si avanzano, guadagnando terreno, ora si arre trano o sembrano arretrarsi. Prescindendo dalle grandi oscilla zioni per cui essi, in epoca assai lontana da noi discesero dalle valli alpine, colmarono i nostri laghi, coprirono le nostre colline, ed invasero fino una parte delle nostre pianure, coperte allora dal mare, per ritirarsi quindi entro i loro attuali recessi....».

«Oh! oh!» esclamarono in coro i nipoti in atto di assoluta incredulità.

«Zitti, miei cari. Mi dilungherei troppo, quando volessi dimostrarvi quanto asserisco. Per ora credetelo a me, chè non voglio dirvi una bugia. Prescindendo adunque da quelle grandi oscillazioni a cui andarono soggetti i ghiacciai in tempi preistorici, e da altre considerevoli che ebbero luogo in tempi storici, sensibili oscillazioni corrispondono invariabilmente alle stagioni. D’inverno, non essendovi disgelo od essendovene ben poco, il ghiacciajo si ingrossa, e quindi si avanza. D’estate al contrario,