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tra me: ecco come il valore delle cose materiali è tutto relativo. Quel bimbo metteva in quel cucchiajo di legno quell’affetto e vi trovava quella soddisfazione, che tanti bambini cercano a fatica nei costosi balocchi e nei dorati astucci, tanti uomini nei cocchi sfarzosi, nelle splendide ville, e tante donne nelle fulgide collane e nei serti gemmati. Accrescete il numero e il valore degli oggetti posseduti, e avrete forse aumentata la cupidigia, non la soddisfazione. Un cucchiajo di legno, per rapporto alla felicità, val dunque tanto, quanto tutti i tesori della terra. La felicità non cresce dunque in proporzione dell’avere. Il sapere e la virtù, non le ricchezze materiali, sono le vere fonti della felicità: e questa naturalmente tanto più aumenta, quanto quelle sgorgano più copiose. Nel pianto di quel bambino c’era poi anche un sentimento di giustizia; per lo meno quello del diritto: sentimento in lui molto soggettivo, cioè, se volete, un po ’ egoista; ma in fine rispettabile. Che cos’era questo mercanteggiare la roba sua senza il suo assenso!...».

«Ma infine glielo avete restituito il famoso cucchiajo?» chiese la Chiara, curiosa dell’esito del dramma e un po’ annojata della predica.

«Infine», risposi io «per la ragione stessa che le cose in questo mondo hanno un valore relativo, una bella moneta, fattagli luccicare sul viso, cambiò quel pianto naturalissimo, in riso non men naturale, e tutto s’accomodò con piena soddisfazione delle parti. Ma accingiamoci al gran viaggio.

4. » Ci infilammo l’uno dietro l’altro sopra un sentiero che ascendeva dolcemente, secondando la curva della catena che ci separava dalla valle dello Zebrù. Non s’era fatto però mezz’ora di strada, che minuti pulviscoli di neve cominciavano a cadere. — Oh! non è nulla. È la bruna alpina.... succede sovente così anche quando fa bello.... — Io però, a dir vero, non la pensava così. Anzi tutto, quale diletto c’era egli nel viaggiare tra vette nascoste nelle nubi, in una valle nebbiosa, tra la morta natura? E poi era egli prudente, con un tempo così minaccioso, l’arrischiarci senza guida ad un passaggio alpino difeso da ignoti ghiacciai? Ma che volete? gli uomini d’ordinario preferiscono di esser costretti dalla forza, piuttosto che di venir condotti dalla ragione, a rinunciare ai loro progetti. D’altronde l’amor proprio ci aveva la sua parte. E qui devo per mia scusa prevenirvi, come io avessi anche l’anno precedente tentato quel passo con parte della stessa comitiva e con altri compagni. Anche allora il tempo era piovoso, e invano