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un piccolo mondo 69

certe leggi, che sarebbe troppo lungo spiegare, quei cumuli di detrito si accrescono da monte a valle; cioè mano mano che vengono in giù col ghiacciajo, ed attingono il loro massimo sviluppo nella parte estrema del ghiacciajo stesso, di cui ricingono i fianchi e la fronte. Così nascono certe colline lineari di massi e di fango che diconsi morene, e dal luogo che occupano morene laterali, morene frontali, ecc. Se due ghiacciai confluiscono, la morena laterale destra dell’uno si tocca e si fonde colla morena laterale sinistra dell’altro, e ne risulta una morena mediana. Il ghiacciajo del Forno vanta un magnifico e regolarissimo sistema di morene, compresavi una poderosa morena mediana per cui il ghiacciajo è come diviso in due per il lungo, mediante una collina di massi, di ciottoli, di fango, di tritume d’ogni specie.

10. » Scavalcata adunque la morena frontale, camminiamo sul ghiaccio, sul nudo ghiaccio, bianco, poroso, scabro. Dapprincipio il ghiacciajo presenta un piano inclinato facile e unito, dove si cammina così bene e con egual sicurezza come sul lastricato del corso di porta Venezia. Ma ben presto la superficie offre mille curiosi accidenti, e si comincia a gustare ciò che è veramente un ghiacciajo. Se da lungi questo non vi sembrava che una grossa nevicata; ora vi credete in un piccolo mondo nuovo, sopra una terra di cristallo, che ha anch’essa i suoi monti, le sue valli, i suoi piani, i suoi burroni, i suoi fiumi, i suoi laghi. Mille limpidi ruscelli serpeggiano nei vitrei letti, e insieme confluendo, danno vita a torrentelli che o si versano sui fianchi del ghiacciajo, o vi sfuggono d’improvviso, precipitandosi entro angusti pozzi di ignota profondità da loro stessi scavati nelle viscere del ghiaccio. Talora l’acqua stagna entro piccoli bacini di forma elittica. Son essi bacini che, rappresi dal gelo notturno, per effetto della cristallizzazione, disegnano una rosa di terso cristallo entro l’informe massa del ghiaccio. Poderosi massi veggonsi a perpendicolo sovra piramidi di ghiaccio. Meravigliosi sovra ogni altro accidente del ghiacciajo sono gli enormi crepacci che ne lacerano i fianchi. Spesso vi credete di camminare in piena sicurtà sul piano gelato, e vi trovate d’improvviso sull’orlo di un abisso. Una fessura stretta, lunga, profonda, minaccia inghiottirvi. Appuntando ben fermo un piede davanti e l’altro indietro, appoggiati al bastone conficcato ben saldo nel ghiaccio, voi sporgete il capo sull’abisso, e vi ficcate lo sguardo pauroso. Che meraviglia è un abisso di cristallo. Il ghiaccio, bianco sugli orli, assume più basso una vaghissima tinta verdiccia e cilestrina, che