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60 serata iv

di Esculapio, donde riporterebbero forse alcune idee di troppo e molto senno di meno. Per me del resto Santa Caterina non servì che come stazione, se vuolsi, come quartier generale ove discutere e organizzare diverse spedizioni.

» La prima impresa progettata era il passaggio del Zebrù. I monti sulla destra del Frodolfo in faccia allo Stabilimento di Santa Caterina formano come una specie di irta parete che separa la valle Furva, o valle di Santa Caterina, dalla valle detta del Zebrù. Quella gigantesca parete, formata da una catena di acuti gioghi, bianchi di nevi eterne, si ripiega da mezzodì a settentrione e, andando a confondersi colla catena che la valle del Zebrù divide dalla valle dello Stelvio, chiude la prima dalla parte di oriente. La vallata del Zebrù è così una vera valle a fondo cieco, aperta soltanto verso occidente, ove il torrente Zebrù si getta nel Frodolfo a S. Antonio presso Bormio. Si trattava di ascendere lungo la scogliera che divide, come dissi, Santa Caterina dal Zebrù, seguendo il torrente che costituisce il braccio settentrionale del Frodolfo e, per l’alto calle, detto passo del Zebrù, discendere nella valle dello stesso nome. Trovai tosto volonterosi compagni, lieti della occasione che si offeriva di rompere con qualche cosa di energico gli ozî della cura. La gita doveva essere ripartita in due giorni, il primo sacro alla visita, o meglio allo studio del ghiacciajo del Forno, che si incontra sulla via, l’altro al vàlico suddetto.

3. » È una bella mattina; sei i viaggiatori, oltre la guida, o meglio il portatore, carico di munizioni da bocca; tutti muniti del classico alpenstock1, arma inevitabile dei viaggiatori delle Alpi, viaggino a piedi od in vapore, si periglino sulle aguglie del monte Bianco, o si sollazzino nei voluttuosi piani di Interlaken. Ad ogni stazione di certo grido ve ne stampano col ferro rovente il nome; sicchè il viaggiatore riporta a casa il suo alpenstock tutto istoriato. È un calendario di nuovo genere; è una gloria più o meno equivoca ed una piccola bottega per gli alpigiani, che vi vendono al minuto le bellezze delle Alpi.... Ma avanti.

» Eravamo dunque sei.... ma gente di peso, vedete. In primis lo stesso prevosto di Val Furva, uomo colto, carattere leale, franco ne’ suoi principî anche quando non siano divisi dagli altri, tempra di ferro fisica e morale. Fortunato chi può averlo guida su quelle montagne di cui conosce gli aspri gioghi e le geologiche

  1. Vedi la nota a pagina 35.