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le acque di santa caterina 59


» La valle che da Bormio mette alle acque, ricca di colli dapprima e sparsa di paeselli, si restringe poi fra le rupi e gli abeti, nè manca di una certa severa amenità che ricorda le vallate svizzere. Si riapre quindi, formando una specie di fondo cieco o di bacino, il cui piano, occupato in parte dalle sterili alluvioni del Frodolfo, in parte da pascoli torbosi, in parte da ombrose macchie, è seminato di casolari; tra i quali si distingue, più per la mole che per l’eleganza, lo Stabilimento, cioè l’albergo ove nei tre mesi più caldi si raccolgono quanti vanno a far prova di quelle linfe portentose.

» Non vi parlerò di quello Stabilimento, nè della vita che vi si conduce. Il complesso di uno stabilimento di bagni, di acque, ecc., di cui se Esculapio1 ne edificò uno, la moda ne eresse cento, è così vario nella sua uguaglianza, è così stereotipo nella sua varietà, che non saprei se torni più difficile o più inutile il tentarne la descrizione. Foggie e figure più o meno caricate; ammalato da letto nessuno; moltissimi di florida salute e d’insaziabile appetito, narratori inesauribili dei propri malanni, convulsi, spavento e disperazione del medico, attenti a percepire ogni impercettibile oscillazione di alcuna di quelle miriadi di fibre che compongono il corpo umano. V’hanno misantropi in collera col mondo intero, e giovialoni che han per tutti un sorriso ed una stretta di mano. Non parlo delle relazioni più confidenziali, delle amicizie intrinseche nate li per li tra persone che domani incontrandosi muso a muso sul marciapiede della città fingeranno di non conoscersi: non parlo dei pettegolezzi, delle ire, delle smancerie, delle ridicolaggini, mentre qualche persona di spirito, sicura dagli attacchi, si gode di tutto quel piccolo mondo. Ecco il ritratto, troppo mancante, di tutti gli stabilimenti ove si accorre, a determinata stagione, per far uso di quelle che un mio amico, medico valente, ma un po’ piccante nei suoi giudizi, soleva chiamare acque sporche. Chi dichiara il luogo incantevole, la società deliziosa; chi trova orribile quello, detestabile questa. In genere la civetteria e la maldicenza vi trionfano assai più che la cortesia e la carità. Se io potessi però fare una eccezione, la farei per Santa Caterina giudicandone dai brevi giorni che vi passai. È bene ad ogni modo che le floride guancie e gli stomachi sempre a tiro dei giovinetti e delle giovinette, dispensino ordinariamente le mamme dal condurli a quei santuari

  1. Nella mitologia Esculapio è il dio della medicina.