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a que’ monti un corpo d’acque di quasi 150 milioni di metri cubici. L’impiccolimento del lago è un fenomeno semplicissimo d’interrimento. Il Cordévole, come ogni fiume che metta foce in un lago, vi abbandona le sue torbide, e crea un delta, ossia una terra alluvionale, che si dilata a scapito della superficie coperta dalle acque. Il piano, che si distende tra il Mazaré e il lago, è il delta lacustre del Cordévole, naturalmente in continuo progresso. Cent’anni ancora, e del lago di Alleghe non rimarrà che il nome.

» Eccovi, o miei giovani amici, i particolari di uno fra quegli spaventosi disastri, che pur troppo spesso accadono nell’Alpi. Comprenderete come, in mezzo alla gazzarra che ravvivava cento anni dopo quell’erma contrada, il pensiero di tanta desolazione non mi potesse passar per la mente senza lasciarvi, almeno per poco, una nube di tristezza. — Ecco — diceva io, ascoltando quella lieta musica, che aveva cessato di armonizzare co’ miei tristi pensieri; ecco, così vanno le cose del mondo! Nella stanza dove jeri si udiva il gemito del morente, oggi risuona un’allegra canzone d’amore; sulle tombe dei morti danzano i vivi; sul nero terriccio ove si confondono in una sola polvere le spoglie di mille fiori, spunta e sboccia, ridente e rugiadoso, il fiore novello: dalla morte rinasce la vita; il mondo si rinnovella coi frusti di mille mondi che si spensero. Come là in fondo quella verde foresta copre quasi d’un manto festivo, l’orribile tumulo, sotto il quale tanti esseri umani soffersero le disperate agonie di una morte spaventosa, così le gioje del presente coprono d’oblio i dolori del passato.

4. » Un certo improvviso scompiglio, il cessar della musica a mezza battuta mi svegliarono d’un tratto dalle mie poco tempestive meditazioni. La flottiglia si arresta oscillante in mezzo al lago.... — Che c’è?... — Che si fa?... — Avanti!... — No!... — Fermi!... — Si trattava nientemeno che di un naufragio. La povera barca che portava la banda, avvezza a sorvolare le onde spinta dal remo di qualche magro Caronte1, non s’era mai provata ad immergersi tanto, sotto un peso così indiscreto. Parve dapprincipio che si traesse lodevolmente d’impaccio quanto alla capacità di contenere tutte quelle persone. Ma nessuno aveva cal-

  1. Caronte, nominato poc’anzi, chiamavano i Greci il nocchiero che tragittava le anime sul fiume, Acheronte nell’inferno.