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da zafferana a giarre 479

a Giarre, passando per la valle del Bove, era un problema insolubile per le nostre guide, le quali ci avevano seguito per lo più a cavallo. A Giarre ci aspettava il conforto di trovare un albergo in pieno S. Michele. Tutto era ancora sossopra, e dovemmo aspettare assai, prima che l’oste fosse in grado di rispondere alle nostre esigenze, cioè a quelle di una fame senza esempio. Ma alla fine lieto fu il pasto, tranquillo e saporitissimo il sonno. Il di seguente ritornavamo a Catania colla ferrovia, per continuare il nostro viaggio nell’isola. Quante cose avrei ancora a narrarvi! Il tema è veramente inesauribile. Se ci mancasse del vecchio, un nuovo viaggio in Italia mi offrirebbe certamente nuovi temi di conversazione, utile e piacevole. Gran paese è il nostro! Io vi ho condotto così a balzelloni dall’Alpi all’Etna: ma se tornassimo a ripetere il viaggio le cento volte, troveremmo che l’Italia è sempre nuova; che, per ricchezza e varietà dei fenomeni fisici, ha in Europa quel primato stesso che essa tiene per i monumenti gloriosi della storia e dell’arte. Ma bisogna pure che le nostre conversazioni abbiano un fine».

9. » Continuerai un’altra volta» fu pronta a dire Giannina.

«Un’altra volta.... Quando? Ormai siamo in estate: le sere si sono di molto accorciate, e il caldo che va crescendo così rapidamente, rende preferibile alla conversazione il passeggio all’aperto. Un passeggio all’aperto può ben equivalere a qualunque anche più dotta conversazione. Poi si avvicina il tempo sempre sospirato in cui, fatti i vostri esami, chiuse le scuole, andrete a pigliar aria fuori di porta, e via! chi di quà, chi di là, come uccelli scappati di gabbia, ai prati, ai colli, alle valli, ai laghi, alle montagne, al mare. Oh! sotto la libera vôlta di un cielo azzurro, in faccia ad un sole che nasce e tramonta, al mite chiarore della luna, al tremulo bagliore delle stelle, in riva al torrente che mugge, al lago increspato dagli zefiri, al mare che rotola le sue spume sulle arene sparse di conchiglie, c’è egli bisogno di maestro che vi guidi a riflettere, a gustare, ad apprendere quanto ha in sè l’universo di grande, di bello, di sapiente, di buono? Come sarei felice se, colle conversazioni che hanno abbellito le nostre serate d’inverno e di primavera, fossi riuscito ad inspirarvi od accrescervi il sentimento della natura, quindi il gusto dell’osservazione e la brama di conoscere questo universo che ci circonda! Io andrei allora superbo di aver recato non spregevole contributo alla vostra educazione intellettuale e morale.