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il freddo dell’etna 461

incontrando nel salire, e mostravano poi aperto il morto cratere, quando eravamo saliti. V’ho detto che l’Etna è sparsa di centinaja di questi coni vulcanici: e io ne contai parecchi o lontani o vicini, e talora a fianco del sentiero. Ad uno ad uno quei coni avevano portato sulla Sicilia la loro giornata di terrore: avevano visto le popolazioni pallide e fuggenti, e i boschi arsi, e le messi, i vigneti, gli oliveti travolti sotto le lave roventi. Quei coni si arrestano tutti o quasi tutti assai prima di giungere alla regione più elevata: e ad un certo punto, guardando in giù fui colpito dalla loro moltitudine. Quei coni, tronchi e svasati da un cratere, visti dall’alto, mi sembravano altrettante grandi marmitte. Il paragone è veramente prosastico: ma la fantasia, voi lo sapete, è bizzarra. E’ mi sembrava veramente di vedere una gran mensa sulla quale un Polifemo qualunque avesse disposto un certo numero di grandi marmitte, per dar cena ai Ciclopi di ritorno dai campi.

12. » E intanto si sale.... si sale.... e il cielo si oscura, non già soltanto perchè venga la sera, ma perchè è divenuto nubiloso assai: spira un vento gelato e continuo: e la nebbia a poco a poco si aduna, e ci si stringe d’attorno. Non c’è più nè mantello, nè sciallo, nè calzettoni. Il freddo dell’Etna non ci bada. Il freddo dell’Etna, vedete, è un freddo particolare. Il freddo delle Alpi nella calda stagione, può essere assai più rigido: ma è assai meno crudele. Questo è un freddo che assale, abbatte, quasi scompone e disorganizza. La nausea, i dolori di viscere, i disordini di stomaco si manifestano facilmente negli uomini e negli animali. È caso ordinario, per esempio che alcuno dei muli sia preso dai dolori, sicchè convenga cedergli, per riaverlo, il quartiere destinato agli uomini. Il freddo dell’Etna insomma è un freddo che avvelena».

«Ma infine», disse Giovannino «codesto freddo dell’Etna è forse un freddo di 15, di 20 gradi sotto 0?»

«Tutt’altro. Io credo che verso la cima noi avevamo una temperatura prossima a 0. Ma pensa alla rapidità con cui si passa dal caldo al freddo su quella montagna. Nelle Alpi, prima di raggiungere i 3300 metri sopra il livello del mare, avrai dimorato alcun tempo nelle pianure della Lombardia o della Svizzera, o sui colli rinfrescati dai venticelli, o sui fianchi delle Prealpi. Hai quindi percorse le lunghe vallate, per giungere lentamente ai passi non più elevati di 2600 metri a 2800 metri: hai passato dei giorni e delle notti in stabilimenti di bagni assai elevati, in sontuosi