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eruzione del 1669 | 457 |
stesso mese, oltre le pietre, ne uscì fuori un’immensa quantità di
sabbia. In mezzo a sì orrendo spettacolo di terremoti, di sotterranei
tuoni, di squarciamenti di suolo, di torrenti di lava, di
grandini di pietre, il cratere dell’Etna taceva. Ruppe però il silenzio
nel giorno 25 del mese: e allora si mise anch’esso ad
eruttare colonne di fumo e sassi e sabbie, in mezzo ai tuoni e
ai terremoti, finchè quell’orrida scena ebbe termine colla rovina
del vertice del cono inghiottito da profonda voragine. Nicolosi
venne distrutta dal terremoto, e dalle sabbie e dai lapilli accumulati,
nacquero i monti Rossi, cioè un cono bicorne, con un
cratere a ciascun corno, alto 137 metri sul livello del suolo.
Eruzione dell’Etna nel 1669.
A. Cima dell’Etna. — B. Monti Rossi. — C. Valle del Bove. — D. Catania. — E. Scogli dei Ciclopi. — F. Aci Castello. — XX. Spaccatura di 10 miglia. — Y. Corrente di lava del 1669.
Quanto alla lava sgorgata al piede de’ monti Rossi essa percorse
6 leghe precipitando giù verso il mare. Quattordici villaggi vennero
da essa invasi e distrutti, rimanendo allo scoperto una popolazione
di 3 a 4000 anime, poi discese giù verso Catania. Una
prima corrente, che minacciava d’inghiottire Catania, cambiò fortunatamente
direzione: ma di poi un’altra corrente giunse alle
mura della città, e alzandosi sopra sè stessa, ci entrò dentro furiosa,
e centinaja di case furono abbruciate e sepolte. Venne in
seguito una nuova corrente la quale per buona sorte si potè deviare.
In fine la città di Catania fu come divisa in due dalla
lava, la quale non si fermò che dopo essersi avanzata in mare
alla distanza di circa 400 metri dal lido. Quella lava aveva coperto
cinque o sei leghe quadrate di uno strato che aveva in
certi luoghi 127 piedi di altezza, e distrutto le case di 27 mila
abitanti.
» Voi vedete che l’Etna non è un vulcano qualunque. Enorme di mole, formidabile per la sua potenza, è anche per la storia il più antico dei vulcani. Le sue eruzioni riempirono di terrore i feroci abitatori primitivi di quella classica contrada, e turbano ancora in oggi la quiete di borghi fiorenti e splendide città. Il