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da napoli a catania 449

Sicilia, e fra un pajo di giorni avremmo veduto la sospirata Etna. Quasi volesse farci la corte, il piroscafo si chiamava appunto Etna: un bel vapore, che tagliava l’onde a piacere.

» Nulla vuo’ dirvi però del nostro felicissimo viaggio. Guai se cominciassi a montare la lanterna magica, dove vedreste passare lo Stromboli e con lui il gruppo delle isole Lipari, poi Scilla e Cariddi, poi Messina, poi..., no, no! Parliamo dell’Etna e corriam tosto a ricevere le profonde impressioni che produce nell’animo la sua vista.

» Viaggiando difatti tutta la notte dal 20 al 21 agosto, arrivati a Messina verso mezzogiorno, presa più tardi la ferrovia per Catania, dovevam presto trovarci al piede del grande vulcano. Ma intanto era venuta la notte, e solo dalle sfumature di un paesaggio notturno, solo da certe rupi più nere sopra un fondo nereggiante, potei accorgermi di essere entrato nel suo regno.

» Giunto a Catania a notte avanzata dovetti aspettare la mattina, per deliziarmi la prima volta da una finestra del Grand-Hôtel, della maestosa veduta dell’Etna, salutata in quel mattino dallo scoppio di mortaretti, e dal frastuono di un’intera città tutta in giubilo. In quel giorno infatti (domenica 22 agosto), si chiudeva la gran festa centenaria di Sant’Agata, l’antichissima patrona di Catania, festa che continuava già da tre giorni con splendore e devozione grandissima, non esente da quelle stranezze con cui si esprime la religione sempre chiassosa, sempre un po’ teatrale dei nostri fratelli del mezzodì.

» Il giorno 23 agosto si apriva il Congresso dei naturalisti, che mi tenne occupato fino al 26. Il giorno 27 era poi destinato dal municipio di Catania per la salita dei naturalisti all’Etna, di cui il municipio stesso faceva le spese. Ma io, coi fratelli e coi più intimi amici, ci accontentammo di accompagnare la numerosa carovana fino a Nicolosi, ritornando a Catania la sera. Perchè, direte, non seguire il congresso? Aspettate ch’io vi abbia detto quali siano gli agi che s’incontrano sulla vetta dell’Etna, e allora mi direte voi se, in tali condizioni, avreste il coraggio di consigliare quella corsa a brigata molto numerosa. Poi io voleva esser libero d’intrattenermi, di divergere nel caso, di fare insomma come voleva, o piuttosto come deve chi studia. La nostra gita fu adunque differita fino al 29 agosto, e l’Etna per intanto ci accontentammo di rimanere a Catania a contemplarla.

2. » Osservata da Catania, non la si direbbe nemmeno un