Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/454



SERATA XXVIII


L’Etna.

Da Napoli a Catania, 1. — Topografia dell’Etna, 2. — Sua storia preistorica, 3. — I coni parassiti, 4. — Le tre regioni dell’Etna, 5. — L’Etna della mitologia, 6. — Eruzione del 1669, 7. — Una piccola Beresina, 8. — A Nicolosi, 9. — Alla Casa del Bosco, 10. — Le marmitte dei Ciclopi, 11. — Il freddo dell’Etna, 12. — Alla Casa degli Inglesi, 13. — Una notte cattiva ed un’alba peggiore, 14. — La ritirata, 15. — La cima dell’Etna come non fu vista, 16.


1. «Vi ricordate ancora della gita ch’io feci al Vesuvio il 20 agosto 1869, quand’era venuto a Napoli per recarmi a Catania?». «Vuoi che ce ne siamo già dimenticati?» rispose Marietta per tutti. «Ce ne hai parlato l’ultima volta....».

«Ebbene, fu quel giorno stesso che io e i miei compagni, appena scesi dal Vesuvio, stanchi, affamati, abbiamo dovuto in fretta e in furia fare il bagaglio quasi tra un boccone e l’altro, quindi con tanto di lingua fuori correre al porto, pigliare una barchetta che ci conducesse a bordo del vapore che ci doveva portare a Messina. Mi ricorderò sempre di quella sera, quando afferrato il bastimento e saliti sulla tolda, ci fermammo a contemplare, quasi da un balcone in mezzo alle onde, Napoli e l’incantevole riviera, che tremolavano capovolte nel limpido golfo, sotto un cielo ove tremolano le prime stelle, colla luna nascente, che piove sul golfo il suo raggio, come un pallore amabile e leggero su un bel viso tranquillamente mesto. Sul piroscafo ci trovammo molti amici in lietissima brigata. Si levano le àncore; suona la campana e il gran mostro si muove sbuffando. Che delizia, con un tempo così bello, guardare da quelle onde così lumeggiate, tutti i punti della riviera, poi l’isola di Capri!... Tutto però prendeva nuova vita al nostro sguardo dall’idea che si navigava verso la