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l’apparato del 15 novembre 1868 447

interne stallattiti sembravano tappezzate di bianchi muschî. Non erano che efflorescenze di sal marino, frutto di una sublimazione che aveva tenuto dietro a quella del ferro. Ho detto che da quella porticina era uscita una corrente di lava, e la si vedeva infatti rappresentata da un doppio canale ossia da un doppio tunnel, l’uno sovrapposto all’altro. Per intendere questo badate che la lava, che scorre a modo di fiume, si solidifica ben presto alla sua superficie. Avviene talvolta che le solide scorie le quali ricoprono la corrente si solidifichino in modo da edificare un tunnel, ossia una immobile vôlta sulla corrente stessa. Supponete che la corrente cessi o diminuisca. Mentre si abbassa o si dilegua, la vôlta rimane al suo posto, e la corrente lascia un vuoto simile a quello di un tunnel. Se la corrente diminuisce a intervalli, potrà edificare sempre più basso una seconda, una terza volta, rimanendo un tunnel doppio, triplo, ecc., ecc. Ma le son cose che voi non intenderete così facilmente, e che esigerebbero almeno più minuta spiegazione di quella che m’è consentita dalle angustie del tempo. Io spero però di avervi invogliato a studiare voi stessi da vicino, quando verrà il vostro tempo, quei maravigliosi fenomeni, ancora per così gran parte oscuri alla scienza. Quel giorno in cui io li osservava per la prima volta, non poteva occuparmene ad agio come avrei voluto. Noi dovevamo discender dal Vesuvio, ritornare a Napoli, e la sera stessa imbarcarci per Catania. La stessa idea, di trovarci fra ventiquattro ore o poco più al piede dell’Etna, scemava forse in noi la smania di far l’inventario al Vesuvio».

«Hai visitato dunque anche l’Etna?»; interruppe Giovannino. «Quello sì che dev’essere un gran vulcano: quello sì che mi piacerebbe vederlo».

«Grande o piccolo che sia, l’Etna è un vulcano come il Vesuvio, e i fenomeni vulcanici sono gli stessi. Tuttavia chi ha visitato il Vesuvio, non perde il suo tempo se visita anche l’Etna. Non fosse altro che la grandiosità di quel vulcano. L’Etna è, per dir così, l’apoteosi di un vulcano. Se volete che io ve ne parli, aspetterò giovedì venturo, per farlo a maggior agio».