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SERATA III


Da Agordo ad Udine.

L’alto Cordévole, 1. — Il lago d’Àlleghe, 2. — Scoscendimento del Monte Spitz, 3. — Un naufragio imminente, 4. — La scienza a tempo, 5. — Caprile e i suoi ospiti, 6. — Valle Fiorentina, 7. — I melafiri globulari, 8. - Dall’Agordino al Cadore, 9. — Dal Cadore alla Carnia, 10.


1. Eccomi il giovedì seguente al solito convegno. Il tema era obbligato, e l’uditorio che se ne era invaghito nella precedente conversazione più di quanto mi sarei aspettato, non mi lasciò tempo di perdermi in esordî, sicchè potei ripigliare la narrazione, come l’intera settimana non avesse acquistato che il valore d’un punto fermo.

«Gli alpinisti sono radunati di buon mattino sulla gran piazza di Agordo. Una gran fila di calessi e di carri li attende, per condurli sino al fondo della valle del Cordévole. Un carro più capace è destinato ad accogliere la banda paesana che fa echeggiare i dirupi di liete armonie. Tutti del resto trovano un posto, e prendo io pure il mio, a fianco del mio giovane amico professor Taramelli che, già famigliare a quelle Alpi, mi servirà di scorta a rilevare le interessanti specialità geologiche, che si offrono lungo il cammino. Il corno squilla a raccolta per l’ultima volta; schioccan le fruste; i cavalli contraggono le cosce muscolose, e pontano co’ piè di dietro; rumoreggia il suolo sotto le pesanti ruote, ed ecco la carovana in marcia.

» Tutto prometteva una bella giornata, e certe nubi che ci avevano pur regalato un po ’ di pioggia la sera precedente, si erano quasi dissipate del tutto. La corona delle montagne si projettava sul puro zaffiro del cielo. Che incanto! che benessere! Come si