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SERATA XXVI


Il Vesuvio nella fase stromboliana.

Le guide del Vesuvio, 1. — Bellezze del primo salire, 2. — Lava del 1858, 3. — Che cos’è la lava? 4. — L’Osservatorio, 5. — La salita alla vetta, 6. — Il cratere in eruzione, 7. — Entro il cratere, 8. — Divenuti formiche, 9. — Un capo ameno, 10. — Una volata, 11. — Il Vesuvio e lo Stromboli, 12.


1. «All’alba eccoci, io e i miei due compagni, a Rèsina, proprio al piede della montagna fumante. Imaginatevi com’io dovessi sentirmi dopo tanti anni che m’intratteneva col Vesuvio, come con un vecchio amico, senza mai averlo conosciuto di persona. Pensate, dico, s’io non provassi un qualche cosa nelle gambe, che avrei voluto divorar l’erta, precorrendo colla smania impaziente il momento in cui mi sarebbe dato di figger lo sguardo entro l’oscuro spiraglio, che m’avrebbe messo in comunicazione diretta cogli abissi infuocati del globo. Per sventura tutto è fatto colà per spoetizzare l’anima più lirica, per affogare l’entusiasmo più ardente. Armatevi di pazienza (giacchè non è permesso armarsi di bastone all’uopo) quando avrete la buona fortuna di fare una gita al Vesuvio, e la cattiva di trovarvi in quel vespajo di gente, che con strana antimonia si chiamano guide mentre son proprio (dicendolo con una parolaccia d’ultimo conio) un disguido. Imaginatevi un’orda di mascalzoni che vi assediano, vi assordano, vi taglieggiano con una insistenza, con una impassibilità che ha proprio del portento. Vi saran dieci che vi offrono il bastone nell’atto di chi voglia bastonarvi; altri dieci che pretendono ad ogni costo che montiate a cavallo; poi dieci ancora che vogliono per forza insegnarvi la via. Tacere o parlare; rivolgere buone parole o prorompere in minacce; caricarli anche di insulti,