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392 serata xxiii


«Di così terribili, certamente, per grazia di Dio. Ma dopo quanto avete sentito narrarvi, non vi farà meraviglia che sieno invece frequentissimi i brutti casi di operai feriti od uccisi in quella specie di battaglia continua. Un tempo, narrava lo zio Carlo, c’era il costume, ogni volta che s’avea un morto o un moribondo alle cave, di sonar la campana, invitando, come si costuma dappertutto nei paesi cattolici, i fedeli alla preghiera. Non passava quasi giorno che la campana non facesse udire i suoi terribili rintocchi, ed ogni volta era un soprassalto di terrore, un’angoscia mortale per centinaja di vecchi padri, di madri, di spose, di donzelle, infine di tutta la città, perchè non c’era forse tra le persone che udivano quel suono chi non avesse alcuno de’ suoi alle cave. Era dunque il caso che il pensiero religioso cedesse a un sentimento di umanità; e il suono della campana fu proibito».

«Da quanto hai narrato», disse Giovanni, «bisogna conchiudere che codesti Carraresi non prendano tutte le cure che dovrebbero, per evitare tali disgrazie; che non ci sia insomma quella regola.... che so io?»

9. «Pur troppo, è vero. L’industria carrarese è ammirabile, ma non cessa di saper di barbarie. Quelli che insistono presso di loro, perchè la perfezionino, coll’introdurre le macchine, col mettere in pratica i metodi in uso presso altri paesi, non mirano soltanto al lato economico, ma anche al lato umanitario della questione. I Carraresi tuttavia, come avete inteso, sono da quella parte un po’ duri d’orecchio. Con quel benedetto così faceva mio padre, certi del resto di vistosi guadagni stante il gran prezzo dei marmi, lasciano che altri si sfiati a predi care a sua posta il perfezionamento dell’industria, l’introduzione delle macchine, l’associazione del lavoro, tutti trovati della moderna saccenteria. È difficile, vedete, ragionare di progresso con chi può intascarsi mille e settecento lire vendendo un metro cubo di sasso, buttato giù, purchessia, dalla montagna1 . A parte questo difetto, i Carraresi sono indefessi lavo ratori ed egregi conoscitori di marmi, come v’ho detto. Dovetti persuadermene quando, di ritorno dal Canal Grande, e dopo aver

  1. I marmi di Carrara, secondo il Magenta, vendonsi per ogni metro cubo ai seguenti prezzi:
    Marmo statuario finissimo da L. 850 a L. 1700
    Marmo statuario di 2ª. qual. da L. 230 a L. 550
    Bianco chiaro da L. 160 a L. 250
    Bianco venato da L. 180 a L. 260
    Bardigli da L. 190 a L. 280